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Fantasmi
'Non erano due figure diverse, il Terzani giornalista, corrispondente di guerra, e quello forse oggi più conosciuto, dell'Himalaya, della sua meditazione, della ricerca spirituale. Il suo è stato un unico viaggio, partito nel '72 proprio dalla Cambogia. ANGELA TERZANI STAUDE LA DENUNCIA DELLA MISERIA DI UNA GUERRA, IL DISINGANNO NEI CONFRONTI DELLE IDEOLOGIE TOTALITARIE IL CORAGGIO DI UN CAMMINO PERSONALE 'Tiziano all'inizio sta visibilmente dalla parte dei khmer rossi, i guerriglieri comunisti che cercano di spodestare l'usurpatore sostenuto dagli Usa. Questi si avvicinano progressivamente alla capitale, che conquistano nella primavera del 1975. Terzani li vede come liberatori, capaci di riportare il Paese alla pace. Da lì comincia, invece, la stagione più terribile, l'autogenocidio imposto dalla dirigenza khmer, capeggiata da Pol Pot, laureato a Parigi, che per riportare la Cambogia alla sua originaria cultura programmò di eliminare fisicamente tutti coloro che dal modo di pensare occidentale fossero stati «inquinati». Un milione e mezzo, due milioni di morti su una popolazione di circa sette milioni. [...] Spinto dalla curiosità e dal dubbio, e sempre disposto a rivedere le sue convinzioni, [Terzani] arrivò a capire del tutto cosa fosse successo e lo fece sapere ai lettori... Terzani percorre tutte queste vicende con una grande partecipazione verso chi soffre (si carica sulle spalle moribondi per fame cercando di salvarli) e immensi interrogativi su giusto e ingiusto; ci fa vedere come dal male non possa che nascere il male. GHERARDO COLOMBO, ex pm di Mani pulite e giudice di Cassazione 'Per il grande inviato di guerra, innamorato dell'Asia, del mestiere giornalistico, degli ideali socialisti, la svolta inizia in quel giugno del 1976 in cui gli eventi lo costringono a rielaborare la sua visione della vita e del mondo. ['] Vediamo il professionista onesto mettere i lettori al corrente dei dubbi che stanno inesorabilmente affiorando in lui. Saltano i vecchi schemi di analisi, la realtà si presenta con più facce, ed emerge il timore che quella meno bella e gloriosa corrisponde purtroppo maggiormente al vero. ['] Tiziano non può fare a meno di registrare quelle testimonianze. Ed è evidente che non sono solo raccapriccianti in sé, ma bruciano come altrettante coltellate al cuore per l'idealista che vede sgretolarsi davanti agli occhi l'amato castello di convinzioni e di speranze. L'UNITÀ 'In quel paese Terzani legge, meglio che in altri luoghi, la parabola delle vicende umane. Delle promesse tradite, della vitalità impetuosa che esplode dopo i conflitti, e che rinnova i vizi e i guasti che la rivoluzione voleva eliminare. Terzani allora raccontava la guerra e questo libro può essere letto come un trattato militare a puntate per spiegare l'Iraq e l'Afghanistan di oggi. [...] Gli articoli di giornale hanno vita effimera. A distanza di anni i dispacci di Terzani invece vanno oltre il ritratto della sfinge cambogiana, rimuovono quella maschera sorridente che ha nascosto i carnefici, il loro complici stranieri, e ingannato le vittime. LA STAMPA 'È un risveglio lento dal 'sogno'. Un progressivo scivolamento nel pozzo di una realtà da incubo, imprevedibile a priori. Una progressione (dubbio ' incredulità ' sconcerto ' sdegno ' scoramento ' disgusto) che Terzani racconta dispaccio dopo dispaccio seguendo il flusso delle informazioni, delle esperienze, d
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