Marco Buticchi, "maestro italiano dell’avventura", nel romanzo "Il figlio della tempesta" ripercorre le tappe più misteriose della carriera dell’inventore serbo Nikola Tesla (1856-1943), fino a incrociarle con i drammatici eventi più attuali della questione israelo-palestinese, in un crescendo di tensione e adrenalina… - Su ilLibraio.it lo scrittore parla della figura del geniale pioniere nel campo dell'energia elettricau, "un uomo che, accusato di essere un visionario e un millantatore, grazie alla sua tenacia e alle sue invenzioni riuscì a far compiere all’umanità intera un balzo verso il futuro..."
Era una notte buia e tempestosa… Nulla di nuovo, direte voi: molte fiabe iniziano così. Ma quella che voglio raccontarvi in queste poche righe non è una fiaba. Vorrei parlarvi di un uomo che, accusato di essere un visionario e un millantatore, grazie alla sua tenacia e alle sue invenzioni riuscì a far compiere all’umanità intera un balzo verso il futuro.
Torniamo allora a quel temporale che si addensava su Smiljan un paesino di poche centinaia di anime ai confini tra Croazia e Serbia. Milutin, un prete ortodosso, si muoveva nervosamente dentro una stanza e ascoltava le voci provenire da dietro una porta chiusa. Il suo quartogenito stava per venire al mondo. E, proprio mentre una saetta si abbatteva poco distante, su moglie Georgina dava alla luce il bambino.
Mostrandolo per la prima volta al padre la levatrice disse: “È maschio ed è sano. È il figlio della tempesta. Sarà un uomo fortunato!”.
Padre Milutin segnò con la croce la fonte del neonato.
Sin dai primi anni di studi Nikola Tesla, questo il nome del ragazzo, si distinse nell’apprendimento delle materie scientifiche. In seguito si dedicò al mondo dell’elettronica, un campo appena esplorato che avrebbe consentito di raggiungere enormi progressi.
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Raggiunti gli Stati Uniti nel 1884, mise al servizio della Edison Illuminating Company tutto il suo sapere. Ma i contrasti con Thomas Alva Edison nacquero su una questione di fondo difficile da risolvere: Tesla era un fautore della corrente alternata. Edison aveva basato il suo sconfinato impero sulla corrente continua. Così Nikola lasciò il ‘posto fisso’ e, rasentando spesso l’indigenza, continuò a credere nelle sue idee innovatrici.
Quella in cui Tesla operava era un’America che stava crescendo in maniera irrefrenabile, sotto la spinta anche della forza motrice elettrica. Era la nazione in cui si andavano consolidando ricchezze impensabili mentre nei bassifondi le gang della criminalità organizzata la facevano da padrone. In quel mondo così variegato e difficile, Tesla registrò quasi trecento brevetti, alcuni dei quali – il sistema elettrico a corrente alternata, la distribuzione e il motore elettrico polifase – ancor oggi sono il fulcro sul quale poggiano le basi del modulo propulsivo elettrico. Ma le sue scoperte non si fermarono alla sfera ‘civile’.
Nikola Tesla lavorò anche a misteriosi progetti in grado di rivoluzionare, con la loro applicazione, l’intera economia del pianeta. Spesso, in consessi pubblici, l’inventore parlò di energia elettrica gratuita e alla portata di tutti. Costruì, a Wanderclyffe, un laboratorio di ricerca sovrastato da una torre trasmettitrice. Lì diede vita al più pericoloso dei suoi esperimenti: un’arma in grado di sconfiggere qualunque esercito anche a grande distanza. Proprio quella torre, sormontata dalla sua misteriosa arma di distruzione, fu sospettata di aver causato addirittura il disastro siberiano di Tunguska: una devastazione che interessò migliaia di chilometri quadrati e che a oggi non ha ancora trovato una spiegazione logica.
Capirete che, nel mondo che stava affogando nel gorgo del secondo conflitto mondiale, anche il solo sospetto di un così potente deterrente avrebbe acceso le mire di ogni grande potenza. Così Tesla, poco prima di morire, subì un incidente stradale dai contorni misteriosi, investito da un taxi che non venne mai più rintracciato. Miracolosamente l’ormai novantenne inventore non mostrò segni evidenti. Ma i danni subiti dal suo fisico e dalla sua mente nel tempo si rivelarono fatali e, nel 1943, Nikola Tesla abbandonò senza clamore questo strano mondo.
Oggi le tensioni che stiamo vivendo assomigliano a quelle che attraversavano il pianeta poco meno di cent’anni fa. Cosa accadrebbe se qualcuno riuscisse a far sue le geniali idee di Tesla per realizzare quell’arma così letale?
Negli ultimi mesi abbiamo visto inasprirsi nuovamente rivalità mai sopite. Eppure molti tasselli delle motivazioni che hanno scatenato oggi guerre sanguinarie non hanno mai trovato il loro posto…
Era una notte buia e tempestosa, quella del 7 ottobre 2024, quando Oswald Breil, ex capo del Mossad ed ex Primo Ministro d’Israele, venne destato da una telefonata allarmante: Hamas aveva attaccato.
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IL LIBRO E L’AUTORE – Marco Buticchi, considerato il “maestro italiano dell’avventura“, torna in libreria per Longanesi con Il figlio della tempesta, un libro che ripercorre le tappe più misteriose della carriera dell’inventore serbo Nikola Tesla, fino a incrociarle con i drammatici eventi più attuali della questione israelo-palestinese, in un crescendo di tensione e adrenalina.
La trama del romanzo porta alla fine del XIX secolo: Nikola Tesla sbarca negli Stati Uniti per dedicarsi alla carriera di inventore.
Le sue scoperte rivoluzionarie nel campo dell’elettromagnetismo attirano presto gli interessi tanto dei servizi governativi quanto della criminalità e, in una New York flagellata dalle guerre tra gang, Tesla dovrà compiere una drastica scelta: portare a termine la sua ultima, potentissima invenzione o fermarsi prima che i risvolti militari dei suoi esperimenti creino tensioni irreversibili tra le grandi potenze? Quando Tesla muore nel 1943 i suoi segreti sembrano destinati a morire con lui. Ma il male non dimentica e non si ferma. La scomparsa dell’inventore getta un velo di silenzio sulla sua scoperta, ma basta sollevarlo per scoprire una terribile minaccia…
E arriviamo così al 2023. Le tensioni tra Palestina e Israele precipitano e sfociano nei violenti attacchi del 7 ottobre. Tra gli ostaggi di Hamas vi è anche l’intera famiglia di Roxie Oshman, sorella di Toba, storica collaboratrice di Oswald Breil. Il vero bersaglio dell’azione militare è in realtà il marito di Roxie, l’ebreo statunitense Richard Goldberg, un ingegnere elettronico che stava lavorando a un progetto segretissimo…
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Incaricati di far luce sull’intera vicenda, Oswald e Sara Terracini si mettono al lavoro per scoprire che cosa nasconda Goldberg. In una corsa contro il tempo, Oswald e Sara dovranno impedire che l’arma più pericolosa mai creata finisca nelle mani sbagliate…
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Fonte: www.illibraio.it
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